Angelo Dibona, il fuori classe dell’arrampicata

Personalmente (ndr Mario Dibona), ho ripetuto parecchie sue vie e mentre salivo mi veniva in mente questo esile arrampicatore col cappello in testa, una corda di canapa legata alla vita, un martello e pochi chiodi che si destreggiava con eleganza e facilità su queste grandi pareti verticali. Lo ricordo sempre volentieri perché nei sui scritti esprimeva sempre la gioia dell'arrampicata assieme ai suoi amici di cordata, senza mai scendere in racconti tristi o incidenti di montagna.

Nato a Cortina il 7 aprile 1879 da famiglia povera, inizia ad arrampicare in giovane età sulle montagna di Cortina dove scopre il suo talento naturale ed istintivo dell'arrampicata.

Il nonno Angelo Dimai fu la guida di tante prime ascensioni assieme dell'austrico Paul Grohmann che nel 1877 pubblicò il libro Wanderungen in den Dolomiten (Passeggiate nelle Dolomiti) che contribuì alla diffusione dell'alpinismo classico in Dolomiti e di conseguenza anche il turismo di montagna.

Di statura normale, magro, snello e veloce, Angelo saliva e scendeva la parete senza dare segni di difficoltà o fatica, sempre attento e precisione nei movimenti. Si racconta che per allenarsi si appendeva con le sole braccia al bordo del poggiolo e andava avanti e indietro finché le braccia lo reggevano. Senza volerlo aveva dato inizio da un allenamento specifico a secco, anticipando i tempi di almeno 50anni!

Durante il servizio militare in Austria diventa prima Portatore poi Giuda Alpina e, assieme a Celestino De Zanna e Bortolo Barbaria, furono i primi tre maestri di sci di Cortina.

Angelo non si limitava a salire la montagna per la via più facile, ma cercava una linea diretta sfidando difficoltà altissime che ancor oggi rimangono arrampicate impegnative, pur con tutti i mezzi e le attrezzature moderne a disposizione. 

Nell'estate del 1910 assieme a Rizzi e fratelli Mayer salgono i 1000 metri della parete sud-ovest del Croz dell'Altissimo superando una insidiosa fessura strapiombante utilizzando solo 2 chiodi considerata da famosi arrampicatori il primo Vl grado nella storia dell'alpinismo.

Nel 1909 scruta le impressionanti pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo e sale lungo lo spigolo nord-est, una stupenda via di grande soddisfazione, oggi tra le più frequentate dell'intero gruppo.

Angelo non si ferma ad arrampicare solo nelle Dolomiti, ma si sposta in Germania, Austria, Slovenia, Inghilterra e Francia aprendo vie sempre difficili e tecniche affermandosi in ogni luogo per il coraggio e la disinvoltura nel muoversi su ogni tipo di terreno.

Sia nel museo del Monte Rite in Italia di Rainhold Messner, sia nel museo della montagna di Saint Christophe en Oisans sono dedicate alla grande guida ampezzana un grande spazio fotografico, mentre a Cortina gli viene dedicata una piazza in pieno cento e un monumento realizzato dallo scultore Murer nel 1976.

 

 

 

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Carriera alpinistica

L'attività alpinistica di Dibona spaziò sull'intero arco alpino, oltre 70 vie portano il suo nome.

Fra queste si ricordano:

  • parete ovest della Roda di Vaèl (Gruppo del Catinaccio) aperta nel 1908 ( V, 500 m);
  • spigolo nord-est della Cima Grande di Lavaredo nel 1909 (III e IV, 600 m);
  • parete sud-ovest del Sass Pordoi (Gruppo del Sella) nel 1910 (III e IV, 1000 m);
  • parete nord di Cima Una nel 1910 (V e V+, 800 m);
  • parete Ovest del Croz dell’Altissimo (Gruppo del Brenta) aperta il 16 agosto 1910 (V+ e VI, precursore del VI di Solleder 15 anni dopo);
  • parete ovest della Cima sud della Croda dei Toni nel 1910 (IV+, 600 m);
  • parete nord del Sassolungo al Campanile Ovest nel 1911 (da IV a V+, 1400 m);
  • parete est del Monte Popera nel 1911 (IV e V, 700 m);
  • spigolo nord di Cima Popera nel 1911 (IV e V, 700 m);
  • parete nord-est della Croda Rossa di Sesto nel 1911 (IV+, 1000 m);
  • parete nord della Lalidererwand (Karwendel) nel 1911 (V, 900 m);
  • parete sud de La Meije, aperta nel 1912 (fino al V+, 1300 m di sviluppo);
  • Pain de Sucre (diventato poi Aiguille Dibona) (Alpi del Delfinato) aperta il 27 giugno 1913 (III e IV, 350 m);
  • couloir nord-ovest del Dome de Neige (Alpi del Delfinato) aperta nel 1913 (60° e V, 1000 m);
  • Arete de Coste Rouge (Alpi del Delfinato) all'Ailefroide aperta nel 1913 (III e IV, 800 m);
  • spigolo ENE del Dent du Requin (Monte Bianco) nel 1913;
  • Aiguille du Plan da sud-est (Massiccio del Monte Bianco) nel 1913;
  • Torre Leo (Cadini di Misurina) nel 1913 (V, 80 m);
  • parete sud-ovest della Tofana di Rozes, nel 1934 (IV+, 800 m). 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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